PROLOGO: Isola di Failaka,
Kuwait, nelle acque del Golfo Arabo
Da tempi antichi quanto gli albori del Regno d’Egitto,
quest’isola era stata il principale santuario di un Dio in particolare. E quel
Dio, in cambio della grande fedeltà mostrata dai suoi seguaci anche nei tempi
più bui, protesse Failaka contro ogni catastrofe. Ed
anche quando i seguaci si ridussero a tal punto di numero da quasi scomparire,
l’isola non fu toccata dalla carestia o dai venti di guerra. Il suo Dio
protettore aspettava, paziente…
Verso la fine del 20mo secolo, l’ordine di quel Dio
trovò nuova forza ed ispirazione, nella figura di Ahmad Azis, reincarnazione di un antico
sacerdote dell’Egitto che fu. Ahmad, tuttavia, cercò di fare il passo più lungo
della gamba, arrivando a tentare di sovvertire quanto restava dell’ordine del
dio lunare Konshu.
Fallì, e pagò il prezzo del fallimento con la sua vita[i].
Ma il Dio protettore non era disposto ad abbandonare
così la sua possibilità di ricostruire l’antico ordine nel mondo moderno.
Infuse nuova vita al suo sacerdote, e gli diede una missione. Una missione
ancora segreta, nella sua completezza, eppure strettamente incrociata con le
vite e le imprese di uno strano gruppo di eroi e mercenari, le cui vite a loro
volta, che lo sapessero o no, erano intrecciate con il misterioso Progetto Exodus…
Il Dio protettore di Failaka
era il sinistro Anubi.
Ahmad Azis era il suo fedele Sciacallo Dorato.
Il gruppo era
MARVELIT presenta
di Valerio Pastore
Episodio 12 – INTERLUDIO
L’apparecchio classe-Quinjet
giunse in un abbagliante riflesso argenteo. Giunto sull’obiettivo, una spiaggia
dalla fine sabbia dorata, attivò il sistema VTO, sollevando un potente vortice
contro un altro Quinjet già presente.
Ma, laddove il primo apparecchio possedeva i loghi
ed i colori della celebre società di super-mercenari, il secondo era di un
design più sobrio, interamente argenteo salvo per la grande ‘A’ rossa sulla
timoniera.
Il secondo Quinjet era di
proprietà degli ancor più celebri Vendicatori,
ed il suo corrente pilota, Occhio di
Falco, non sembrava affatto contento, mentre, in piedi sulla scaletta,
osservava l’atterraggio dell’’’imitatore’…
La sabbia si depositò, e finalmente si aprì il
portello-scaletta. Il Vendicatore osservò attentamente le figure che ne
uscirono…Sì, erano loro, come promesso:
Ø Angela Cleaver, la fondatrice ed anima della JI. Una predatrice, se mai se ne era
vista una, una pantera dalla pelle cioccolata ed i lunghi capelli neri,
elegante ed economica nei suoi movimenti. Vestiva un qualche completo di quelli
firmati, roba che, nonostante il fresco dal mare, avrebbe normalmente costretto
un cristo qualunque ad un bagno di sudore. Lei sembrava immune da simili
debolezze…
Ø Warwear. Indossava una versione appena differente
dell’armatura vivente di Jim Rhodes…E
c’erano fondati sospetti sull’identità del proprietario: il mercenario e
criminale Parnell Jacobs!
Ø Midnight Sun, una figura enigmatica
vestita completamente di nero. Clint lo ricordava quale avversario dei
Vendicatori in una delle tante Legioni
degli Immorti…
Ø Sabre, il licantropo. Quello era una vecchia conoscenza
di Occhio di Falco, quando questi comandava i primi Vendicatori della Costa Ovest[ii].
Il licantropo era Jack Russell, e l’eroe si chiese se quel cagnolone bipede
fosse davvero mansueto, adesso…
Ø Lo Sciacallo Dorato. Moon Knight in persona aveva contattato i Vendicatori per metterli in
guardia contro la figura vestita di pochi garmenti
d’oro, e sulla cui spalla nuda poggiava un falcone che avrebbe messo il sale
sulla coda a Redwing[iii].
I quattro Giustizieri si fermarono, mentre Angela
avanzò verso Occhio di Falco. “Addirittura in anticipo,” disse la donna,
stendendo una mano. “Una qualità apprezzabile, Mr. Barton.
Temevo che l’Ordine sarebbe stato
troppo preso con la sua missione di salvare il mondo per venire a questo
appuntamento.”
Occhio di Falco ricambiò la presa -Dio, si sentiva
cuocere! Come faceva lei a sembrare così fresca?? “Non siamo mai troppo
occupati, quando l’argomento riguarda gli alieni,
Miss Cleaver.”
La presa della donna era forte, sicura. I suoi occhi
lampeggiarono come quelli di una gatta, quando disse, “’Colpevoli fino a prova
contraria’…Una tattica discutibile, quando l’intera popolazione senziente
dell’Universo è tecnicamente ‘aliena’, ma non siamo qui per parlare di
filosofia, temo.”
Falco capì che la pausa di lei era calcolata. I
Vendicatori avevano un fitto dossier su di lei -la raccolta dati, l’intelligence, era il suo pane
quotidiano…Ma dava sempre l’impressione di sapere delle cose che…
Il Vendicatore si schiaffeggiò mentalmente -Cristo,
eccolo che partiva già in svantaggio! Si schiarì la gola, e disse, “Esatto.
Cominciamo con una domanda semplice, da questo punto di vista: è nostra
intenzione distruggere o rendere inefficaci le varie armi non convenzionali, e
devo dire che l’armatura di Warwear non solo è
tecnologia aliena…”
Angela lo interruppe con una voce calma e tagliente
come un bisturi. “Temo che, anche in questo, dovrete fidarvi della mia parola
che nessun male verrà da Warwear…almeno, fino a
quando militerà nella Justice Inc.”
“Infatti, guarda caso, non ci basta.”
“Dovrà,
signori.” Adesso, il suo sorriso sembrava rubato a Dracula. “Il vostro
programma di…ordine mondiale vi terrà impegnati come mai è successo prima. Non
ci vuole un veggente, per comprendere che non potete permettervi l’inimicizia
dell’intera comunità dei super-esseri. Mi sbaglio?”
Sotto la maschera, Falco socchiuse gli occhi.
Angela assunse di colpo un tono più
accondiscendente. “I Giustizieri sono eroi come voi, signori…Solo, non sprecano
forze in un’eterna crociata, come molti altri, voi inclusi, regolarmente fanno.
“L’umanità dei ‘normali’ teme e diffida dei
super-esseri, mutanti o no. Dall’Uomo Ragno a Devil,
dal potente Thor a voi Vendicatori…quante volte il pubblico vi ha dato il
vostro quarto d’ora di gloria, per poi gettarvi il fango addosso? Quante volte
il vostro zelo è stato scambiato per l’ennesima interferenza negli affari
dell’uomo della strada?
“La Justice, Inc. soddisfa la visione gretta
dell’uomo ‘normale’: noi interveniamo solo quando ce lo chiedono e se se lo
possono permettere. Puoi crederci, Barton: non c’è
sincerità più grande, quando sgorga dal portafoglio. Se qualcuno ci chiama, lo
fa senza riserve, e senza insistenze da parte nostra; il cliente ha diritto a
lamentarsi solo a fronte di un mancato servizio.”
Falco storse il labbro superiore. “Essere eroi vuol
dire molto di più di un freddo calcolo. L’umore del pubblico è qualcosa che
accettiamo…”
“Aria fritta, Barton,
senza contare che ti sei appena contraddetto: l’Ordine, evidentemente, vuole
ovviare a tale aspetto, nel suo desiderio di incanalare il fato delle masse
verso nuovi obiettivi. Distruzione preventiva, ricostruzione accelerata, bypass
delle autorità nazionali…E adesso, una rete energetica intorno al sistema
Terra-Luna, una rete i cui allarmi saranno solo di vostra competenza. Credo che
neppure gli angeli custodi si siamo mai dati tanto da fare. Ma torniamo a noi,”
aggiunse, spiazzandolo nuovaamente sul punto di
parlare. “La JI analizza attentamente ogni richiesta, e non lavora per cartelli
criminali. Non vi attaccheremo, Vendicatori, ne’ interferiremo con i vostri
piani, perché siete comunque eroi, e nessuna cifra varrebbe la vostra
eliminazione.
“E non ho chiesto un vostro rappresentante per
parlare dell’armatura di Warwear. La ragione di
questo incontro è la presentazione dei nuovi Giustizieri, che prendono il posto
dei cinque che ci hanno lasciato per ragioni personali[iv].
So che il vostro protocollo prevede azioni rapide contro alieni ostili. Ed io
posso assicurarvi che coloro che stai per incontrare non appartengono a tale
categoria.”
Per Occhio di Falco, era un dilemma non da poco:
l’idea dell’Ordine era proprio di smetterla di fidarsi ad occhi chiusi di
chicchessia, su argomenti delicati come gli alieni..Per
contro, la Cleaver era una genuina leggenda vivente -cavolo, la Vedova Nera avrebbe giurato sulla sua
integrità… “Sai bene cosa ci aspettiamo, vero?”
Angela annuì. “La minima trasgressione, e ci sarete
addosso come la Polizia su un Hippy.”
“Già…Allora, questi nuovi militanti? Cosa sono? Skrull? Kree? Shi’ar?
La Peste dello Spazio?”
“Niente di tutto questo.” Angela si portò l’orologio
al labbro. “Potete presentarvi, signori.”
Il lampo di energia colse di sorpresa Clint -non
tanto per il fenomeno in sé, quanto per le dimensioni.
Raramente, aveva visto una simile manifestazione, e…
Il bagliore si stabilizzò, prese una forma solida,
ai cui piedi stavano altre quattro scintille a dimensione umana.
Occhio di Falco quasi lasciò cadere l’arco. “O. Mio.
Dio.”
Uno dei nuovi Giustizieri era un mostro. Il suo muso ricordava vagamente
quello di una qualche scimmia, ma la sua pelle era coperta di spesse placche.
Possedeva una coda che avrebbe potuto tranciare di netto la Statua della
Libertà con un colpo solo. Quasi, l’armatura che indossava sembrava un
ornamento sul suo corpo talmente alto che avrebbe potuto usare le Twin Towers
come piedistallo! Quel coso avrebbe potuto mangiarsi Red Ronin in un boccone, con quei denti aguzzi che si ritrovava!
“Le presento Gog,” disse Angela. “E loro sono i campioni di Kymellia III, la
Forza Quattro: Devicer, Firemane,
Ghostmare e Thunderhoof.”
Occhio di Falco studiò gli alieni in questione -inutile
girarci intorno, erano in tutto e per tutto equidi
antropomorfi, con una rada pelliccia bianca, criniere acconciate in vari modi,
piedi terminanti in zoccoli e quattro dita per mano. I loro costumi potevano
essere diversi nei colori, e nella foggia -quello di Devicer
era blu, tappezzato da diverse serie di tasche, T-shirt rossa e gialla, e
calzoncini pure rossi bordati di giallo per Firemane,
che fra parentesi aveva una criniera bionda brillante come il fuoco, Ghostmare indossava un’ampia veste bianca che le dava
veramente un’aria spettrale, e T-Hoof portava addosso
il minimo necessario di un costume color grigio, terminante in un ampio
perizoma- ma tutti, al centro del petto, mostravano un cerchio nero su cui
brillavano di luce propria quattro stelle stilizzate.
Sì, i Vendicatori potevano non avere avuto avere a
che fare direttamente con i Kymelliani, ma la loro
fama era giunta fino a loro, e la prova del loro benvolere veniva da quello che
avevano fatto con il Power Pack[v]
e per la Terra…
Alla fine, però, l’eroe aveva occhi, ovviamente,
solo per Gog, e per l’armatura che da sola -erano
veramente canne di cannoni, quelle poste sulle spalle?- sembrava valere il
doppio di quegli altri nuovi arrivati sulla scena, gli Shogun Warriors… “Io…” stava venendogli il mal di collo, a furia di
tenerlo piegato per vedere la mascella del mostro. Poi, Gog
stesso piegò la testa in basso…e sorrise, emettendo uno strano brontolio che,
per le orecchie umane, sembrava un articolato rombo di tuono. Falco deglutì.
“Io…debbo consultarmi…”
Angela scosse la testa. “Ti hanno inviato qui con
l’autorità per prendere una decisione, Barton. Questo
era l’accordo, e non accetterò di meno. Adesso.”
Purtroppo, aveva ragione: il suo nome era saltato
fuori proprio per le sue esperienze e la sua capacità di giudizio -capacità che
proprio di recente[vi]
aveva mostrato di sapere applicare correttamente…
Sui Kymelliani aveva pochi
dubbi. Su Gog…Non era stato anche il membro di una
delle incarnazioni dei Sinistri Sei[vii]?
Alla fine, Occhio di Falco disse, “E sia. Ma sia
chiaro: un passo falso, e non avrete una seconda chance…Piuttosto, qual’è la vostra politica verso quei membri che vi hanno
lasciato?”
Angela disse, “Sono liberi di tornare fra i nostri
ranghi…A patto che nel frattempo si siano tenuti lontani da qualunque attività
criminale. Chi sgarra è fuori. Abbastanza soddisfacente? Oh, ed è perfettamente
inutile cercare di scavare nel passato dei correnti Giustizieri…quelli
terrestri, intendo: restereste delusi, credimi.”
Occhio di Falco non ebbe dubbi, in merito:
controllando gli archivi di Parnell Jacobs, la sua
fedina era pressoché immacolata. Le sue missioni come soldato nel ‘Nam erano coperte dal segreto militare, quindi, per quanto
riguardava il pubblico, quell’uomo era un cittadino qualunque! Quella donna
aveva degli appoggi talmente in alto, che l’Ordine avrebbe dovuto tenerla
d’occhio molto da vicino…
Inutile
continuare la guerra verbale sugli stessi argomenti. I fatti avrebbero parlato
da soli. Occhio di Falco salì sul suo Quinjet -era
strano vedere che qualcun altro si era deciso a comprare da Wakanda
dei mezzi uguali ai loro. Dare un occhio al mercato delle armi e dei veicoli
speciali sarebbe stata un’altra voce da aggiungere in agenda…
Angela
aspettò che il jet si fosse allontanato a sufficienza, poi disse, “Puoi ridurti
a dimensioni più accettabili, Gog.
E
l’alieno obbedì. In un attimo, la sua figura calò all’altezza di due metri.
L’armatura era scomparsa, ed al suo posto c’era un abito marrone a maniche e
gambe scoperte. Un paio di elaborati bracciali dorati coprivano i polsi.
“Era
davvero necessaria tutta questa messinscena?*snort*” chiese Firemane.
“Assolutamente,
Mr. Oninjay,” rispose la donna, “Perlomeno, abbiamo
dato all’…Ordine qualcos’altro su cui riflettere. Più saranno le cose di cui
preoccuparsi, più deboli diventeranno le maglie della loro organizzazione. Ma
ora, pensiamo a noi. Il nuovo QG dei Giustizieri è pronto, sacerdote?” chiese
allo Sciacallo.
Ahmad fece un inchino. “Lo è.”
Angela annuì. “Allora, la mia presenza qui non è più
necessaria.” Mise mano ad una tasca della sua giacca italiana, e ne estrasse un
sottile contenitore di plastica. “Qui ci sono i dettagli della vostra prossima
missione, così come elaborata durante il viaggio. Si parte domani alle 04:00.
Portatela a compimento in fretta, signori. Il mondo sta per avere molto bisogno
della Justice Inc.”
Gli eroi osservarono la donna dirigersi verso il Quinjet. “Conosco un paio di tecnocrati, sul vecchio Kymellia, che si troverebbero bene con lei,” commentò Firemane.
Lo Sciacallo Dorato si incamminò per primo. “Prego,
seguitemi. La casa di Anubi vi ospiterà con l’antica
generosità dei popoli del deserto.”
“Carina,
la baracca,” disse Sabre, che come gli altri non la
finiva di guardarsi intorno.
Varcato
un cancello ricco di fregi e bassorilievi finissimi, i Giustizieri si erano
trovati dentro un complesso che avrebbe fatto sfigurare parecchi palazzi delle
‘Mille e una Notte’. Una vasca lunghissima, che attraversava la piazza
principale, dove nuotavano pesci esotici e dai colori ricchissimi. Ovunque, un
trionfo di piante su giardini pensili stratificati. Bracieri di bronzo
emanavano fini essenze. L’oro e le pietre preziose come elementi perfettamente
integrati nell’architettura. Uomini e donne, tutti all’apice della propria condizione
fisica, vestiti come le loro controparti di millenni fa, si muovevano
perfettamente a loro agio in quello scorcio di antica gloria…
E,
davanti al tempio, due gigantesche statue gemelle di Anubi,
il dio-Sciacallo, che vegliavano solenni con la lancia in pugno.
Il
tempio stesso era una grande piramide tronca fatta di mattoni rossi, venati di
oro e di blu, con grandi pannelli di granito su cui erano incise file ordinate
di geroglifici.
Lo
Sciacallo affermava di avere edificato il complesso con i proventi di un grande
tesoro, ma Sabre non aveva dubbi: la magia di cui
quel posto puzzava era antica, ed
impregnava ogni pietra, ogni granello di polvere…
Il
gruppo, tuttavia, non si diresse al tempio. Lo Sciacallo Dorato li guidò verso
un palazzo adiacente, una struttura di marmo bianco, massiccia ma di design
sobrio, alta tre piani, decorata con rampicanti fioriti.
“Anubi vi dà il benvenuto,” disse lo Sciacallo, una volta
entrati. “La Sua casa è la vostra casa. Ho predisposto gli alloggi in base alle
vostre necessità.” Contemporaneamente, cinque uomini vestiti solo di
un’elaborata gonna blu fregiata d’oro, i crani rasati, ed elaborati gioielli a
completare il quadro, si fecero avanti. Fermatisi davanti ai Giustizieri,
fecero un profondo inchino in perfetta sincronia.
“I
servi soddisferanno le vostre prime necessità, quali che esse siano. Io devo
ritirarmi in preghiera. Vi auguro un felice soggiorno.”
Lo
sciacallo si allontanò, lasciandosi dietro otto colleghi alquanto disorientati:
l’unico ad avere avuto servi intorno, durante la sua gioventù, era Midnight Sun, e ricordava distintamente di non essersi sentito a suo
agio neanche allora…
Furono
gli stessi servi a risolvere il dilemma per loro. Uno si fece avanti, fece un
inchino e disse, “Ognuno di noi è specificamente destinato ad assistere uno o
più di voi. Kymelliani, io sono il vostro servitore:
seguitemi ai vostri alloggi, prego.”
Una
scrollata collettiva di spalle cavalline, e la Forza 4 seguì l’uomo –che, fra
parentesi, sembrava uscito dallo stesso stampo che aveva prodotto gli altri.
Notando questo particolare, Warwear chiese al ‘suo’
servitore, che a sua volta gli si era avvicinato, “Siete fratelli?”
Un
assenso. “La nostra linea familiare ha sempre avuto gravidanze generose.
Abbiamo l’onore di servire il Sacerdote di Anubi da
tempo immemorabile.” Poi tacque, in attesa di ordini.
“Altro che meditare,” disse Sabre.
“Testadoro se ne sta in un angolino a sghignazzare da
matti.Ci scommetto la pelliccia…Obbe’,
andiamo, amico: portami nella tana delle delizie proibite!” e si lasciò guidare
verso la propria camera.
Solomon Towers, New York City
L’uomo chiamato Dollar Bill decise che avrebbe dovuto usare un po’ dei suoi soldi per
acquistare una scatola piena di ragni radioattivi…No, niente ragni. Lui li
odiava, i ragni. Aveva già scartato tre volte altrettante domande di un matto
di nome Humbug.
Magari lo avrebbe raccomandato ai VGL, o forse a questi nuovi matti, i B-Sides.
Umm, assumere un super per fare i lavori di segreteria? Con tutte le super-pupe
sul mercato, magari…
“Ma guarda guarda…” il foglio-schermo mostrò una
richiesta di intervento molto
interessante. Dollar Bill aveva un metodo di lavoro
basato su poche parole-chiave. Per quanto un potenziale cliente infiorettasse
ed infarcisse la lettera di turno, erano sforzi sprecati col tesoriere della
JI. Bastavano la locazione geografica, la disponibilità finanziaria, nomi e cognomi…
Per questo
specifico caso, la locazione era da sola più che sufficiente! D.B. pensò
brevemente di mandare al diavolo la missione imminente dei Giustizieri…ma
decise subito che non era il caso di andare a chiacchierare con S. Pietro prima
del tempo, nossignori!
In compenso, la mise la pratica in cima alle
pendenze,
Camera?
Errato.
“Credo
che per una ‘camera’ simile, a NY uno ucciderebbe madre, padre, e li servirebbe
a cena.”
Certo,
non era l’ambiente elettronico tappezzato di hi-tech per simulare l’ambiente
preferito, ma era di gusto, e tanto
bastava. Lusso sfrenato, lettini dall’aria morbida come nuvole, profumate
piante esotiche che erano nettare per il suo naso finissimo, e un uccello
cinguettante su un trespolo…Il lupo si leccò le labbra, istintivamente pensando
che non aveva ancora pranzato…
“Posso
portarle un pasto?” chiese il servo, fermo sulla soglia.
Erano
anche telepati?? “Sì, un pezzo di carne. Grosso,
carne cruda, al sangue se possibile.” Era una vita che non si concedeva un
pasto come diceva lui, e…
Il
servo si era già allontanato, e pertanto non aveva visto l’espressione degli
occhi farsi perplessa.
Aveva
sempre mangiato carne cotta, da quando era nella JI. Quand’era l’ultima volta
che aveva mangiato carne cruda?
L’ultima
volta…L’ultima volta stava cacciando la
sua preda…un qualche erbivoro, grosso…nel mezzo di una foresta…
Un
lieve ringhio sfuggì dalla gola di Jack. Ricordava i rami piegarsi contro il
suo petto, i cespugli sfiorargli i fianchi.
Era nella forma transpecie. Perché era in quella forma? Lui poteva
diventare un Naturale…
Il
licantropo non si accorse di stare ansimando, il naso impegnato alla caccia di
odori persi nella sua memoria oscurata da…
Pioveva. Aveva stanato la
preda, aveva agito con l’astuzia dell’uomo. Pioveva. Lampi e tuoni.
I
lampi. Come quello che lo aveva colpito in pieno, un paio di giorni fa[viii]…
Inseguiva
la preda…poi…cosa?
Quando Jack Russell decise che il suo mal di testa aveva
raggiunto un livello insopportabile, smise di pensarci. Per ora.
M’nai apprezzò il fatto che il suo servitore fosse non solo
muto a sua volta, ma anche educato nel linguaggio dei segni. Fortunatamente,
Midnight Sun era parco anche in quel tipo di linguaggio.
Aveva allontanato il servo con un cenno; poi, mentre la porta della sua camera
veniva chiusa, si diresse alla finestra, che dava verso Sud.
Da
qualche parte, laggiù, c’era l’Eritrea, il suo paese. C’era un popolo intero
schiavo di un male che il mondo ‘civile’ aveva convenientemente dimenticato. Un
male che nessun ‘Impero d’Africa’[ix]
fittizio avrebbe potuto sradicare.
E questa volta, finalmente, niente gli avrebbe
impedito di fare quello che da molto tempo doveva!
Toltosi
l’armatura di Warwear, Parnell
Jacobs non aveva esitato a immergersi in una vasca di acqua limpida e fresca:
aveva bisogno di spezzare, di rilassarsi, di dimenticare il suo lavoro.
Pensò
a sua moglie. Stava bene? Non aveva risposto ai suoi messaggi, neanche una
cartolina per dirgli ‘crepa’. Lo stava ignorando, e questo gli faceva ancora
più male di tutti gli insulti che l’umana fantasia potesse immaginare…
L’uomo
di colore allungò un braccio verso un vassoio posato accanto a lui, sul bordo
della piscina. Gli avevano lasciato una selezione di frutta fresca e secca, e
lui si gustò un dattero che nessuna marca in commercio poteva eguagliare.
Almeno,
i soldi non erano stati rimandati indietro. Le aveva bonificato una somma di
tutto rispetto, quasi tutta la sua ‘paga’…
Parnell sospirò: almeno, per una
volta, Glenda poteva leggere delle sue imprese in una luce positiva. Presto,
avrebbe potuto tornare a fidarsi di lui…In fondo, lui mica voleva restare
Giustiziere a vita. Non gli capitava tutti i giorni, di ritrovarsi la fedina
penale ripulita così a fondo! Era un’occasione unica, e con qualche altra
missione, avrebbe fatto abbastanza soldi da permettersi anche di adottare un’intero asilo, e celebrare un matrimonio degno di un
pascià. E una casa così grande da…da…
Parnell sputò il seme del dattero.
Un centro perfetto, dritto nel piattino. Il suo sorriso assunse una tinta
amara. Sarebbero stati felici, si…a patto che lui sopravvivesse alle prossime
missioni. Facile, no?
Di
umore altrettanto tetro erano i quattro Kymelliani;
specialmente Kym. La femmina accarezzava i fiori con
l’aria di chi stesse osservando l’ultima vita del mondo. “Quanto ho pregato
perché niente di tutto questo dovesse accadere.”
“Non
hai pregato solo tu, cara,” disse Thunderhoof, seduto
su un lettino appositamente rinforzato. “È destino che il nostro popolo debba
vivere nella sfortuna.”
“Ribaltare
la fortuna è possibile, Enbe,” disse Firemane,
giocherellando con delle sfere di plasma che faceva rimbalzare da una mano
all’altra. “In fondo, abbiamo accettato di partecipare a quest’impresa.”
“Già,”
disse Ydrai, togliendosi il costume. Sorrideva. “Alla
fine, la tecnologia salverà il nostro popolo. Una deliziosa ironia, non
trovate?”
Kym rispose con un sorriso, mentre ora passava le mani
sulle foglie, lungo il gambo, come se quel delicato contatto fosse una forma di
comunicazione -e, in un certo senso, lo era. “La tecnologia, ed altre forze.
Una sinergia, Ydrai. Per questo, abbiamo
accettato di partecipare a quest’impresa. E io sono pronta ad andare fino in
fondo.”
Nessuno dei suoi compagni ebbe da commentare, in
merito.
Quali
che fossero i pensieri di Gog, in piedi, immobile, al
centro della sua stanza nuda e priva di qualunque forma di decorazione, non ci
era dato di sapere, per ora.
Solo
una certezza guidava la sua vita: era tornato ancora una volta sulla Terra per
vivere fra i suoi padroni, e null’altro importava. La sola ricompensa
che avrebbe accettato sarebbe stato il restare su quel mondo. Tutto il suo
potere sarebbe stato al servizio dei padroni. E basta…